mercoledì 30 novembre 2011

Giudiziose preoccupazioni

Oggi pomeriggio, sto facendo lezione a R., facciamo grammatica, esercizi sulle subordinate consecutive e temporali. Il mio metodo è quello di renderle tutto più leggero, faccio battute, cerco di coinvolgerla pressandola un pò, accelerando i suoi ritmi lentissimi. A un certo punto si ferma, mi guarda attraverso gli occhiali che ha oggi, con una enorme montatura nera e senza lenti (sono degli occhiali 3D cui ha tolto le lenti, lei è veramente una creativa per quanto riguarda il look, ha delle idee geniali), e seria seria, anzi con aria proprio giudiziosa, mi dice "Tu mi preoccupi".

giovedì 24 novembre 2011

Un ricordo, dedicato alla ragazzina che ero

La solita strada in salita, punteggiata da auto parcheggiate a casaccio e alberi pericolanti sulle loro radici quasi aeree, era l'unico, ripetitivo scenario per i miei pensieri tristi e le mie ossessioni scolastiche. Avevo quindici anni, nessuna consapevolezza delle mie qualità, e una faccia chiara e angolosa, con una fronte perennemente corrucciata e occhi scuri e sfuggenti. E soprattutto, avevo una paura incalcolabile delle ore di greco programmate all'inizio della giornata. E così, quando l'odiata materia era prevista alla prima ora, la mia strada in salita verso la scuola era un piccolo ma infernale calvario. Procedevo con lo zaino appesantito dai troppi libri e la testa bassa, anche lei pesante per la tristezza e la paura, calcolando ad ogni passo quale sarebbe stato quello giusto per fermarsi e cambiare direzione, verso una fuga indistinta e senza meta. Poi non riuscivo mai a farlo, quel passo di svolta e di fuga, e invece continuavo più triste e rassegnata di prima, nutrendomi di paura e frustrazione, e mentalmente ripetendo un inconoscibile aoristo al ritmo della mia andatura incerta. Aspettavo la curva alla fine della salita, l'odore confortante delle brioches al bar di fronte alla scuola, e poi il cancello detestato, dietro il quale immaginavo le peggiori disgrazie. Poco badavo ai compagni che mi salutavano e cercavano di scambiare qualche parola: ero troppo concentrata sul mio sperdimento e sulla nausea che sapevo in arrivo, quasi a liberarmi di tutta quell'ansia. La brutta e sgarbata professoressa, catalizzatore di tutti i miei drammi, entrava in classe, e io sentivo il primo conato, fortissimo. Chiedevo di andare in bagno, e lì mi chinavo sulla tazza del cesso e vomitavo acido perchè nulla ero riuscita a mangiare a colazione. Mi davo una lavata alla faccia guardandomi con severità nello specchio sbilenco, e mi preparavo al rientro in classe, dandomi una riassettata ai capelli e tirando qualche respiro più profondo. Pensavo per un attimo che facevo sempre le stesse cose, nello stesso ordine, le volte che c'era greco alla prima ora, e per un istante mi balenava in testa qualcosa di somigliante alla preoccupazione. Poi mi sentivo più sollevata, in fondo il peggio era passato, ormai ero lì, e potevo cavarmela, per un altro giorno ancora.

venerdì 4 novembre 2011

Zucca e ricette per chi non sa cucinare

Sto scoprendo un inizio di passione per la cucina. Halloween mi ha ispirata, con tutte quelle zucche, e allora ho preparato la zucca marinata. Facilissima: tagliare la zucca a fette sottili, passarle sulla piastra, e intanto preparare un intingolo composto da olio, sale, aceto, prezzemolo, aglio e peperoncino. Dopo aver passato le fette di zucca sulla piastra, immergerle nell'intingolo, e farle marinare. Servire!
Ed ecco anche la foto del risultato. Buone, son piaciute a un pò di amici che le hanno mangiate. Viva la zucca, e viva le ricette per chi non sa cucinare!

Camilla 2, la vendetta

Da qualche settimana ho un'altra auto che ha preso il posto di Alice, la mitica. Questa è rossa, quasi nuova, e ho fatto un pò fatica, sia a sentirla mia che a darle un nome. Per giunta è dotata di un terribile sistema di antifurto con chiave inserita nel blocco dello sterzo che, nei primi giorni, era un dissuasore perfetto. Non per i ladri: per me. Ora secondo Marco sono diventata la reginetta del block shaft (il nome ufficiale del terribile antifurto), e quasi quasi la nuova arrivata mi piace...e le ho messo un nome. Si chiama Camilla 2. Camilla era la macchina primigenia, quella prima di Alice, una vecchissima Ford Fiesta rossa che è stata il mio primo amore, se escludiamo Paperina, la 126 bianca, ma quella si perde nella notte dei tempi. Benvenuta Camilla 2!

giovedì 13 ottobre 2011

Un tango alla stazione

Oggi pomeriggio, un altro dei miei passaggi alla stazione della circumvesuviana di Bellavista per raggiungere Napoli. Da quando sono rimasta appiedata questo mi tocca. Una bella prova per me, ma va veramente bene così. Questa volta mi sono portata appresso anche uno dei miei libri di filosofia orientale, per affrontare meglio tutto ciò che non mi piace: la folla, i ritardi, i disagi dei mezzi pubblici, la mia ansia. Mi siedo sulla panchina rimasta libera sul marciapiede accanto al binario, mi accomodo e apro il libro. Poi la mia attenzione viene attirata da una musica insolita che riempie l'aria silenziosa intorno alla stazione. Faccio un pò fatica a capire da dove provenga questa musica che somiglia a un tango o a un liscio, non me ne intendo di musica da ballo. Poi mi ricordo che alla vecchia stazione c'è il centro anziani, e in effetti io ci sono passata, guardando con sufficienza quei signori seduti in cerchio sulle sedie nel giardino che preparavano lo stereo per il loro pomeriggio danzante. Ho immaginato allora, con un pò di gioia e un pò di tenerezza, quelle persone anziane che avevano cominciato a ballare al ritmo di quella musica, che improvvisamente non mi è sembrata più banale, ma struggente, e dolcissima. Che cosa piena di grazia quel tango alla circumvesuviana...

martedì 4 ottobre 2011

Nozze al Mc Donald's

E' una giornata caldissima di inizio ottobre. Luogo: ristorante Mc Donald's di Fuorigrotta. Fauna: giovani e universitari, qualche vecchio e affezionato cliente con in mano il suo filetto al pesce (mai più carne, signori miei!). Entra una coppia di sposi (sposi, avete capito bene). Lei bassina carina con un vestito tremendamente pieno di ruches e col parapallo in fondo. Lui brutto, esibizionista, in tight, cappello a cilindro grigio e bastone. E occhiali da sole ray ban (tipo quelli pe parè cchiù bell, come cantava una deliziosa canzone). Fanno le foto nel ristorante, provocando un certo subbuglio. All'uscita, intravedo una elegante invitata, vestito lucido fucsia e veletta. Aiuto. Il dress code forse era improntato alla bizzarria più assoluta? Mi avvicino al SUV terrificante che li conduce al loro ricevimento. E' addobbato con dei festoni di pelo bianco. Pelo bianco? Incrocio lo sguardo dello sposo che sta entrando in auto, gli faccio "Auguri!". E lui, tronfio, mi ringrazia...ma grazie a te, di questo momento di assoluto divertimento, sposo in cappello a cilindro e bastone! Buona vita!

domenica 2 ottobre 2011

Blues di fine estate numero due- canzone per una macchina

Giorni di mezzi pubblici e fatiche fisiche e psicologiche, giorni di nuove abitudini difficili da far diventare piacevoli, giorni di esposizione a un mondo meno protetto e insonorizzato, giorni di sfide e sudore. Grazie Alice per la compagnia che ci siamo fatte, grazie per i chilometri che abbiamo macinato insieme, grazie per i luoghi e per le persone che mi hai permesso di raggiungere, grazie di avermici accompagnato. Grazie di averlo fatto con la poca benzina che ti facevo bere, e con coraggio e dignità, la solita. Grazie per avermi lasciata in un giorno di settembre, che non ce la facevi più, con un meccanico rantolo, e la solita pazienza.

lunedì 19 settembre 2011

Blues di fine estate

Questa estate sembra essersi ormai consegnata alla sua fine inesorabile (stanotte una bella pioggia l'ha segnata!), e ha portato via con sè una vacanza in Toscana (molto piacevole, sempre in compagnia di M.), i suoi casini (sto sempre senza un soldo e piena di ansie, vere o costruite che siano), le sue belle novità (qualche giorno di mare con un nipotino nuovo di zecca e strepitosamente bello e simpatico), la ripresa traumatica delle mille incombenze lavorative (o volontarie?), il funerale della mia povera Alice (la mia Opel Corsa vecchia come il cucco, il cui motore è andato in ebollizione, sicuramente per colpa mia), una cresima (la mia, e chi se lo sarebbe mai aspettato), e qualche nuova e bella amicizia da nutrire. Insomma, siamo sempre qua, non abbiamo perso la voglia di scrivere e comunicare, e attendiamo l'arrivo ufficiale dell'autunno e di un pò di fresco in testa, che fa sempre bene...buona stagione nuova a tutti!

mercoledì 22 giugno 2011

Caldo, monnezza e una pistola giocattolo

Oggi pomeriggio, in una Napoli livida di caldo e monnezza (è banale ormai parlare di monnezza a Napoli, ma è così, quella sta sempre lì a marcire, nessuno la sposta di un millimetro). Sono al Centro Direzionale per impegni vari, poi decido di andare a trovare un'amica che vive in zona piazza Carlo III. E' una zona che conosco poco, mi confonde la ragnatela di strade a senso unico, l'unica cosa che mi guida è la sagoma bianca del Real Albergo dei Poveri, la seguo diligente, e mentre attraverso una stradina secondaria mi si para davanti un bimbetto di sei o sette anni, biondo, bello. Ha un'aria minacciosa da attore di film d'azione, e brandisce una pistola (giocattolo, presumo, ma sempre una pistola è, come concetto) da vero professionista. Freno e quasi ho un moto di paura, poi lo guardo meglio, cavolo, sta giocando, quello è il suo giocattolo di oggi, e prende molto sul serio il suo gioco, dato che non sorride, persiste nella minaccia a mano armata, è tremendo. Lo supero in fretta, mi viene una tristezza infinita.

martedì 14 giugno 2011

Grazia e dignità

Nella dignità... Lo spirito si comporta da padrone del corpo, perché qui esso deve affermare la sua autonomia contro l'imperioso istinto, che procede ad azioni senza di lui e vorrebbe sottrarsi al suo giogo. Nella grazia invece governa con liberalità, perché qui è lui che mette in azione la natura e non trova alcuna resistenza da vincere... La grazia sta dunque nella libertà dei moti volontari; la dignità nel dominio di quelli involontari. La grazia lascia una parvenza di spontaneità alla natura, là dove questa adempie gli ordini dello spirito; la dignità invece la sottomette allo spirito, là dove essa vorrebbe regnare. Nella dignità... ci è presentato un esempio della subordinazione dell'elemento sensibile a quello morale... Nella grazia, invece la ragione vede la propria esigenza soddisfatta nella sensibilità. [...] Avendo dignità e grazia campi diversi per la loro manifestazione, non si escludono vicendevolmente nella medesima persona; ...anzi soltanto dalla grazia la dignità riceve la sua convalidazione, e soltanto dalla dignità la grazia riceve il suo valore.


(Schiller, Grazia e dignità)

sabato 11 giugno 2011

La via della grazia e la via della natura


"Ci sono due vie per affrontare la vita: la via della natura, e la via della grazia. Sta a te scegliere quale delle due seguire".
Queste sono parole tratte dal film più bello in circolazione, "The tree of life", palma d'oro a Cannes, visto la settimana scorsa. Un grande film, ambizioso, che affronta temi difficili e inaffrontabili come il senso della vita, lo spirito religioso dell'esistenza, il fallimento umano, la disgrazia che colpisce l'uomo "giusto", il mondo che, finita l'età dell'innocenza, diventa un labirinto di caos e di sperdimento. Bello, forse l'unico difetto è la lunghezza eccessiva, ma grazie a chi ambisce ricercare più a fondo, o più in alto.
Usciti dal cinema e tutti presi dal confrontarci sulle nostre impressioni ed emozioni, troviamo la macchina, parcheggiata a riviera di chiaia, bloccata da altre macchine in seconda fila. E ancora, le macchine in seconda fila erano bloccate da altre macchine in terza fila. Solo che le macchine in terza fila erano, nell'ordine, una camionetta dell'esercito e un'auto della polizia di stato. Che meraviglia...

venerdì 20 maggio 2011

Cose ricche di grazia, cose del tutto prive di grazia...

1. La settimana scorsa è nato mio nipote, ed è stato bellissimo incontrarlo, osservarlo, tenerlo un pò in braccio. Il contatto con la tenerezza di un bimbo neonato era per me un'esperienza piuttosto sconosciuta, ed è stata un'illuminazione. Davvero un momento di grazia assoluta, un innamoramento totale.

2. Qualche giorno fa siamo stati a cena da una coppia di amici. Cena elegante, conversazione brillante, atmosfera piacevole. Ad un certo punto qualcuno comincia a parlare di quanto la televisione sia invasa da trasmissioni sull'olocausto, e poi passa ad argomentazioni più squisitamente revisioniste e antisemite (tipo che gli ebrei nei campi non morivano di forno crematorio ma di tifo). Puah. Davvero un momento del tutto privo di grazia e di dignità. A cena con degli antisemiti molto perbene, che orrore. Sto ancora cercando di sbollire la rabbia, e dimenticare...

giovedì 21 aprile 2011

Un amore di gatto

Ieri è morta la gattona bianca che voleva farsi adottare dalla mia famiglia. E' morta per strada, mentre gironzolava come sempre nei dintorni del mio parco, sotto le ruote di qualche automobilista, maledetto. Si faceva voler bene da tutti, quella gattona randagia così domestica e dolce. Era comparsa nel parco qualche mese dopo che vi avevo sepolto la mia amata gatta Bucky, morta l'anno scorso, dopo Pasqua e dopo quindici anni di amore; avevo pensato che ci fosse una bizzarra relazione tra le due cose, la scomparsa di Bucky e la comparsa di Gattona Bianca, non so perchè. Ogni tanto la facevo entrare a casa, aveva recentemente scoperto il divano, e le era piaciuto moltissimo. Era molto facile anche prenderla in braccio (nessuna reazione aggressiva) e portarla fuori casa. Mangiava un sacco, anche perchè vari vicini si adoperavano a comprare cibo e cucinarglielo persino. Mi sono fatta un pianto sul caffellatte del mattino, pensando che non rivedrò più Gattona Bianca, e che non sarà più possibile decidere se adottarla o no. Troppo tardi. Che la terra ti sia lieve, Gattona Bianca, e vai a salutare Bucky...

mercoledì 13 aprile 2011

Capelli e Audrey Hepburn

Ieri mattina sono stata dal parrucchiere dopo sette mesi di assenza (ho un problema di pazienza che mi si acuisce sul divanetto pieno di riviste femminili che scandiscono l'attesa in un salone-tipo) perchè avevo deciso di tagliare i capelli, finalmente. Vado nel salone vicino casa dove lavora una mia ex alunna, che ogni volta che mi vede mi fa grandi feste, e sincere. Dopo il sapiente taglio fatto dalla titolare, C. mi asciuga i capelli, e intanto parliamo, ci ricordiamo dell'anno che abbiamo trascorso insieme. Un anno burrascoso fatto di tante piccole cose difficili, e conclusosi con un esame brillante di tutta quella classe scalcagnata davanti agli occhi attoniti di un commissario di nomina regionale. C. mi dice con un leggero sospiro " Ci tornerei, a scuola, sapete prof.?". Io le chiedo perchè, e lei invece di rispondermi sul punto mi dice: "Vi ricordate quando vi ho visto entrare qui in negozio per la prima volta, come mi è venuto da piangere?", e si soffia gli occhi con le mani, con un gesto femminile e infantile al tempo stesso. "Prof, a scuola era meglio, il lavoro è proprio un'altra vita".


Dietro di lei, il quadro che ritrae Audrey Hepburn sorride, enigmatico e pieno di grazia.
Anche C. è piena di grazia, con il suo capello all'ultima moda, le sue unghie laccate e la sua cura per i capelli degli altri, e per la sua vita. Grazie, piccola.

lunedì 11 aprile 2011

L'arte della felicità?

Ieri, domenica, in quell'idillico pezzo di Inghilterra a Napoli che è Villa Pignatelli. Per una lodevole manifestazione che si chiama "L'arte della felicità", conferenza del professore Aldo Masullo sul tema della solitudine. Marco ed io arriviamo in ritardissimo, quindi non riusciamo a entrare, ma per fortuna sono stati messi degli altoparlanti, e ci sono tante persone sedute sui gradini della bellissima villa e sul prato adiacente, tutte concentrate sulle parole del grande vecchio che riempiono l'aria. Salutiamo amici, ci sediamo su un pezzo di gradino lasciato libero, io prendo appunti. Mi colpisce questa frase sulla condivisione della solitudine: "Voglio farti capire che insieme alla tua solitudine c'è la mia". Poi il professore parla di prosa e poesia: "Se la prosa copre e maschera la solitudine, con la poesia avviene altro: la poesia richiama la nostra solitudine, ci convoca alla nostra solitudine". Beh, in quel momento, al suono di quelle parole così semplici e profonde, e circondata da tanti estranei uniti dallo stesso ascolto attento e attivo, io mi sono sentita molto meno sola.

lunedì 28 marzo 2011

Precipitazioni 2

A dispetto dell'inizio della primavera, qui oggi ha piovuto tutta la giornata, e mi sento l'umidità nelle ossa, e un pò anche nel cuore...

martedì 22 marzo 2011

Precipitazioni

Un pomeriggio qualunque, siamo al lavoro io e R., la mia diabolica alunna di doposcuola pomeridiano. Stiamo cercando di concentrarci sulla geografia dell'area balcanica, che la affascina molto, non ho capito perchè. Clima continentale, inverni freddi ed estati calde, abbondanti precipitazioni.
R. non reagisce.
Io approfondisco-Cosa sono le abbondanti precipitazioni?-
Lei con un lampo luciferino negli occhi-Quando si abbassa la pressione-
-Uhm, pensaci meglio..-
Altro lampo negli occhi-Quando il tempo cambia improvvisamente-
Le braccia mi sono precipitate, simbolicamente parlando.

giovedì 17 marzo 2011

Pioggia e bandiere

Stasera piove su questo pezzetto di mondo all'ombra del Vesuvio, mentre la giornata di festa per i 150 dell'Unità d'Italia volge al termine, fra autentico entusiasmo, sano patriottismo e sterili retoriche pro e contro. Piove sulla mia bandiera italiana, amorevolmente e forse un pò in ritardo agganciata al balcone con lo spago. Piove sulle case con le tv sintonizzate sulle notizie apocalittiche provenienti da mondi lontani, ma neanche così tanto. La paura può avvicinare.
Buonanotte, Italiani...

mercoledì 16 marzo 2011

Amicizia



Questo a me risuona come un esempio incredibilmente efficace di grazia e dignità umana, molto umana...

martedì 15 marzo 2011

Inaugurazione di grazia e dignità

Prima ancora di cominciare, cito il vero autore del titolo di questo blog: è il mio caro amico Cat, che un giorno, mentre davanti ad uno dei nostri caffè con la Russo (che sarei io) ci stavamo lamentando delle reciproche pesantezze (non fisiche, siamo entrambi dei fuscelli, bella questa, eh Cat?), se ne uscì con il bellissimo augurio di essere sempre pieni di grazia e dignità, nel bene e nel male, nei momenti di gloria e in quelli di depressione. Mi piacque un sacco questa cosa della grazia e della dignità (in effetti Cat parlava anche di un filosofo, ma questo proprio non me lo ricordo), tanto che la applicammo persino alla fantasia condivisa di un progetto futuro, di quelli che non faremo mai: aprire un ristorante in campagna con questo nome. Non so se Cat questa cosa se la ricorda ancora, ma per me grazia e dignità rimangono due cose molto utili per la mia vita, per la quale sempre mi auguro e mi propongo (a dispetto del mio pessimo carattere!) una linea di condotta leggiadra, gentile nel muoversi e nel comportarsi, che mi fa sentire bene (quando ci riesco!), e che mi fa sentire molto di meno la distanza dal tempestoso mondo fuori. E oggi, in un giorno di quasi primavera, con il lavoro che va in pezzi, una marea di rogne di ogni tipo, tanta voglia di fare e di comunicare, tanti incontri e persone, un uomo impegnativo e mostruosamente intelligente, progetti scaduti e scadenze ancora da verificare, tutte le mie riserve mentali e le mie paure, ritorno con il pensiero al vecchio desiderio di scrivere qualcosa di mio che sia visibile ad altri, su cui ci si possa confrontare. Una specie di diario della grazia e dignità che incontro nella mia vita, in un mondo dove di grazia e dignità, a dispetto di quel che sembra, ce ne sta ancora parecchia. Così oggi inauguro, dedicando questi pensieri a Cat, il mio amico propugnatore della grazia e della dignità, e a Max, che di queste cose sta facendo esempio nella sua vita quotidiana. A me pure, che ogni tanto riesco a uscire dalle mie paure, e mi accorgo che sta arrivando primavera. E a tutti quelli che cominceranno a leggermi, e a scrivere qui sopra...