mercoledì 22 giugno 2011

Caldo, monnezza e una pistola giocattolo

Oggi pomeriggio, in una Napoli livida di caldo e monnezza (è banale ormai parlare di monnezza a Napoli, ma è così, quella sta sempre lì a marcire, nessuno la sposta di un millimetro). Sono al Centro Direzionale per impegni vari, poi decido di andare a trovare un'amica che vive in zona piazza Carlo III. E' una zona che conosco poco, mi confonde la ragnatela di strade a senso unico, l'unica cosa che mi guida è la sagoma bianca del Real Albergo dei Poveri, la seguo diligente, e mentre attraverso una stradina secondaria mi si para davanti un bimbetto di sei o sette anni, biondo, bello. Ha un'aria minacciosa da attore di film d'azione, e brandisce una pistola (giocattolo, presumo, ma sempre una pistola è, come concetto) da vero professionista. Freno e quasi ho un moto di paura, poi lo guardo meglio, cavolo, sta giocando, quello è il suo giocattolo di oggi, e prende molto sul serio il suo gioco, dato che non sorride, persiste nella minaccia a mano armata, è tremendo. Lo supero in fretta, mi viene una tristezza infinita.

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